Anche questa estate stiamo assistendo all’invasione della Mnemiopsis leidyi o Noce di mare (Sea walnut in inglese). Quest’ anno siamo ai primi di Luglio e l’acqua del mare si sta scaldando piano piano come sempre in estate. Puntualmente dopo una breve e intensa mareggiata assistiamo ad un invasione di meduse, plastica, tronchi e rami di albero, detriti vari galleggianti e come ormai tutti gli anni anche la Mnemiopsis leidyi, la famigerata ormai Noce di mare.
Questo ctenoforo costituisce una specie aliena del Mare Nostrum, il Mar Mediterraneo e queste invasioni sono ormai frequenti e regolari con l’avvicinarsi dell’estate e del riscaldamento del mare. Quindi dobbiamo ormai conviverci e cercare invertire la tendenza del cambiamento climatico e della tropicalizzazione del Mediterraneo, ascoltando gli scienziati ed i climatologi che da tanto tempo ci raccomandano di rimanere sotto alla media di 1,5° di aumento della temperatura del pianeta rispetto alla media annuale, sempre ammesso che sia sufficiente.
Ricordiamo che questo Ctenoforo rappresenta una della maggiori specie invasive del pianeta, IUCN l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, classifica questa specie come altamente invasiva ed è stata inserita nell’elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo.
La Noce di mare (Mnemiopsis leidyi A. Agassiz, 1865) è uno ctenoforo appartenente alla famiglia Bolinopsidae. Al genere Mnemiopsis Agassiz, 1860 appartengono altre due specie: la M. gardeni e la M. mccradyi, con un’area di distribuzione diversa; l’opinione più accreditata è però che le tre specie siano forme zoologiche diverse della M. leidyi anche se mostrano un certo polimorfismo dovuto agli adattamenti ambientali.
Descrizione
La Mnemiopsis viene facilmente scambiata per una medusa per via della sua trasparenza, ma è lontano dall’esserlo.
Il corpo trasparente ed ovale presenta sei lobi, di cui due sono evidenti a prima vista (ogni grosso lobo si alterna con due piccoli), sui quali sono disposte delle fila di pettini ciliati; due fila per ogni grosso lobo ed una sola per ogni lobo piccoli. Questi cigli brillano di una luce blu-verde quando vengono stimolati dalla luce o dal contatto.
Usa i suoi numerosi tentacoli per nutrirsi, essi però, a differenza dei cnidari, non sono urticanti per l’uomo: sono colloblasti adesivi che non emettono nessuna tossina che sono disposti lungo due lunghi e fini tentacoli che fluttuano nell’acqua. L’intero corpo è costituito al 97% da acqua ed ha dimensioni ridotte: misura circa 7–12 centimetri di lungo per 2,5 cm di largo.
Habitat
È una specie originaria dell’Atlantico introdotta con l’acqua di zavorra delle navi cisterna nel Mar Nero, nel Baltico e nel Caspio. Con il tempo ha colonizzato anche altri mari fino a raggiungere anche il Mediterraneo orientale.
Vive nelle acque poco profonde ed eutrofizzate. Le specie sono molto tolleranti ai cambiamenti ambientali (sono eurialine e euriterme) e di conseguenza molto resistenti: si possono sviluppare sia in estuari del mar Baltico che in acque calde e povere in ossigeno.
Ecologia
La Mnemiopsis è un animale carnivoro che si nutre di zooplancton, tra cui anche i crostacei ed altri ctenofori, oltre a larve ed uova di pesce. I suoi predatori sono in genere vertebrati, fra i quali pesci ed uccelli, ma anche altro zooplancton, come le specie di Beroe o diverse meduse Scyphozoa.
Il successo ecologico della M. leidyi è dovuto alla sua capacità di utilizzare le sue ciglia per generare una corrente che trascina grandi volumi d’acqua per essere filtrati, senza che le sue prede possano notarlo. Questa “predazione furtiva” fa della Mnemiopsis un predatore generalista molto efficace, che cattura una vastissima gamma di prede microplantoniche (ossia di circa 50 µm), dei copepodi (+/- 1 mm) e delle larve di pesci (fino a 3 mm o più). L’efficacia e la polivalenza di questo meccanismo rende la M. leidyi una specie distruttrice e molto invadente quando non controllata dai suoi predatori.
Il caso del mar Nero
Nel mar Nero è stata introdotta negli anni ottanta, mentre era presente in quelle acque una sola specie di ctenofori, la Pleurobrachia pileus; la prima registrazione della M. leidyi nel mar Nero data del 1982. L’invasione della M. leidyi è probabilmente iniziata grazie all’involontario trasporto nelle acque di zavorra delle navi mercantili.
Nel 1989, la popolazione nel mar Nero avera raggiunto livelli altissimi con circa 400 esemplari per m³ d’acqua. Negli anni seguenti, a causa dell’intenso consumo delle fonti di cibo, la popolazione si è ridotta. Nel mar Nero, le M. leidyi si nutrono di uova e larve di pesci pelagici, riducendone fortemente la popolazione, con pesanti effetti sul commercio locale delle acciughe Engraulis encrasicholus che tra l’altro competono per le stesse risorse alimentari.
Gallery