Dopo circa sette anni siamo tornati ad immergerci sul relitto dell’ aereo Duckypoo, un ottimo F4 statunitense derivato da un P-38F della Lockheed, abbattuto e poi affondato poco al largo di Cecina (LI), dalla contraerea tedesca durante una ricognizione nel Giugno del 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale. Diving on the Duckypoo wreck intotheblue.it
Immergersi su questo aereo è sempre una bella esperienza, anche se il relitto è ormai quasi totalmente ricoperto da sabbia e fango portati dalle correnti marine e dalle mareggiate. Quello che affascina durante questa immersione non è tanto il relitto quanto la storia di David Toomey e della sua incredibile ricognizione ma sopratutto il ritrovamento dell’ aereo avvenuto grazie a Dino e Sara Belluomini del Diving Centro Sub di Cecina nel 2009, incaricati dallo stesso Toomey oramai anziano, che ci hanno portato sul relitto e raccontato dettagliatamente tutta la storia.
Un pensiero alla vicenda di questo intrepido e audace pilota è inevitabile se pensiamo che nel 1944 David Toomey compì una eccezionale impresa. Partì da Tarquinia, passò vicino all’isola del Giglio fra l’Elba e Piombino per poi entrare in territorio nemico, la cittadina di Cecina ed il fiume omonimo. Da qui si diresse verso Volterra, poi a Firenze, dove fotografò la riva sinistra del fiume Arno fino a Pisa e rientrò. La missione fu eccezionale ed il comando lo incaricò di un’altra missione: doveva fotografare la riva destra dell’Arno per poi arrivare sino a Lucca.
Così come per la prima missione Toomey ripeté il tragitto volando sempre a bassa quota, ma stavolta l’artiglieria Tedesca che aveva occupato la zona lo mitragliò. Improvvisamente fu immerso in una nuvola di proiettili e colpito prima ad un motore poi all’altro, ferito, ma ancora operativo, sganciò la cupola della carlinga e tentò, non senza difficoltà, di ammarare. Toomey velocemente si liberò dell’imbraco riuscendo così a gonfiare il giubbetto salvagente.
Mentre l’aereo si inabissava il pilota iniziò l’impresa, nuotare verso riva. Giunto sulla battigia, per non farsi catturare dai tedeschi, nascose l’equipaggiamento sotterrandolo ed iniziò con estrema cautela la ricerca di un avamposto amico. Fortunatamente incontrò i partigiani di Guardistallo che per quattro giorni lo nascosero al nemico.
Questa storia ci ricorda quanto ancora la Seconda Guerra Mondiale e la Resistenza siano ancora molto vicini a noi nonostante gli anni, le testimonianze infatti le possiamo vedere ancora oggi sia in mare che a terra.
Qualche nota sulle condizioni attuali del relitto che abbiamo visitato. L’ aereo era un ricognitore e quindi al posto delle mitragliatrici aveva le macchine fotografiche. La fiancata del motore sinistro presenta ancora i fori dei colpi delle mitragliatrici della contraerea tedesca. Qualche anno fa la profondità era di circa 18-15 metri, attualmente a causa dell’ insabbiamento è più sui 15 che i 18 metri.
Il relitto giace in una zona dove non ci sono scogliere ma solo sabbia e fango nel raggio di qualche miglio, per cui come si vede è pieno di pesci e di vita. Un astice ripreso fortunatamente dalle nostre gopro vive attualmente sotto l’ala dell’ aereo non ancora sepolta. La temperatura sul fondale sta aumentando per cui purtroppo nel giro di qualche giorno è comparsa la solita inevitabile mucillagine.
Ritorneremo sicuramente ad immergerci su questo relitto per ricordare la storia del Duckypoo e per ribadire quanto ancora il nostro mare sia testimone e custode della nostra storia.
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