La Savalia savaglia è un esacorallo della famiglia Parazoanthidae. Questo organismo è chiamato volgarmente “falso corallo nero”. Deve questo nome alla sua capacità di produrre uno scheletro corneo di colore scuro, solitamente nerastro. Le colonie si insediano generalmente su scheletri preesistenti di gorgonacei e possono svilupparsi con ramificazioni che superano abbondantemente il metro di lunghezza andando così a formate una splendida barriera corallina del Mediterraneo.
I polipi di questo corallo hanno sei tentacoli ed è per questo che la specie fa parte del gruppo degli esacoralli. Sono di colore giallo vivo o biancastri, e molto grandi e vistosi (2 – 3 cm di altezza), simili a quelli di Parazoanthus axinellae. Spuntano ben bene dal tessuto che riveste lo scheletro (cenenchima) e hanno disposizione alterna, mostrando tentacoli lisci. I polipi non rientrano come quelli di altre specie ma possono ritrarsi e richiudersi su se stessi. Il numero di tentacoli varia da 26-28 sino a 42 negli organismi di questa specie che vivono nei fondali costieri di alcune isole atlantiche. In ogni caso, i tentacoli nei polipi sono generalmente un numero multiplo di sei (24, 30…42) e le discrepanze da questi numeri possono essere dovute a malformazioni o danneggiamenti dei tentacoli stessi.
La colonia somiglia ad un robusto arbusto, con la base tozza e talvolta di diametro notevole, da cui si dipartono le ramificazioni. Il realtà l’aspetto delle colonie ricorda vagamente quello delle gorgonie. Il motivo è anche legato al fatto che questi cnidari ne rivestono spesso gli scheletri, “copiando” di fatto la forma della gorgonia aggredita. In effetti si tratta proprio di una sorta di aggressione che Savalia savaglia porta avanti gradualmente nei confronti delle colonie di alcuni gorgonacei, soprattutto appartenenti alla specie Paramuricea clavata. Va comunque ricordato che questo accade nel Mar Mediterraneo, mentre nell’Oceano Atlantico le specie bersaglio sono diverse.
L’ecologia e la biologia del “falso corallo nero” non sono però molto conosciute e si sa poco di come si insedia sulle colonie di gorgonie aggredite. Osservazioni del comportamento dei tessuti dei polipi rivelano invece che nelle aree in cui i tessuti dei due cnidari vengono a contatto, i tessuti del gorgonaceo divengono necrotici per un area di circa mezzo centimetro, cosa che precede la loro degenerazione e che consente quasi contemporaneamente l’espansione dei tessuti di Savalia savaglia. Secondo alcuni autori il “falso corallo nero”, viste le sue caratteristiche rappresenterebbe una sorta di organismo intermedio tra gli zoantari, come gli anemoni e le madrepore, e gli antipatari, come i coralli di profondità. In effetti si tratta di un organismo per un verso simile alle colonie di coralli di profondità, con i quali sembra condividere anche la proteina che ne costituisce lo scheletro, per l’altro simile, nell’aspetto dei singoli polipi, a piccoli anemoni.
E’ una specie longeva ma piuttosto rara. Sembra infatti che alcune colonie molto grandi, presenti nella barriera corallina del Mediterraneo, abbiano raggiunto il migliaio di anni di età. Si sviluppa nel coralligeno e su fondali rocciosi o con grossi massi, da 20/30 metri di profondità, sino a oltre 100 metri ed occasionalmente sino a 500 metri. Nonostante la sue capacità aggressive, in molti fondali è occasionale e mostra spesso colonie solitarie, pur in presenza di numerosissime colonie di gorgonie. Ciò farebbe pensare che si tratti di una specie che aggredisce solo gorgonie in particolari condizioni. In alcuni fondali, comunque, può invece essere molto diffuso. I polipi della colonia catturano il cibo prelevandolo dalla corrente che li attraversa. Recentemente alcuni ricercatori, studiando popolazioni di gorgonacei a profondità superiori ai 50 metri con ricca presenza di Savalia savaglia, hanno osservato come la presenza di quest’ultima specie garantisca un miglior funzionamento dell’ecosistema.
(tratto da Wikipedia)