Tridacna maxima è il più grande bivalve della famiglia Tridacnidae. Popolare tra gli acquariofili, si trova spesso in un acquario marino. In Polinesia questa specie è chiamata “Pahua” ed entra nella cucina locale. In questo video vi mostriamo una giovane Tridacna maxima morta. Gli adulti sviluppano un grande guscio che aderisce al substrato con il bisso, un ciuffo di filamenti lunghi e tenaci che sporgono da un foro vicino alla cerniera. È un bivalve sessile che può raggiungere dimensioni impressionanti da 40-60 cm sino a 1,6 metri. Durante il giorno, apre il suo mantello, spesso molto colorato (blu, verde, violetto…) per garantire la fotosintesi delle sue alghe simbiotiche, che contribuiscono a nutrirla. È comunque in grado di ritrarsi molto rapidamente e di chiudersi improvvisamente rompendo qualsiasi oggetto che potrebbe trovarsi tra le sue due solide valve azionate da un muscolo estremamente potente.
Quando è aperta, il mantello blu, verde o marrone brillante è esposto e oscura i bordi del guscio che presentano solchi prominenti e distintivi. I colori attraenti della tridacna maxima sono il risultato di cellule pigmentate cristalline. Si pensa che questi proteggano la conchiglia dagli effetti della luce solare intensa o utilizzi la luce per migliorare la fotosintesi delle alghe. Inizia la vita come un minuscolo uovo fecondato che si schiude entro 12 ore, diventando una larva che nuota liberamente. Questa larva si trasforma in un’altra larva più sviluppata che è in grado di nutrirsi per filtrazione. Al terzo stadio larvale si sviluppa un piede che consente alla larva di nuotare e riposare alternativamente sul substrato.
Dopo otto-dieci giorni, la larva si trasforma in una conchiglia di sesso maschile allo stadio giovanile, e a quel punto può acquisire zooxantelle e funzionare in simbiosi. Dopo due o tre anni diventa ermafrodita e questo avviene quando la conchiglia raggiunge circa 15 centimetri di lunghezza. La riproduzione è stimolata dal ciclo lunare, dall’ora del giorno e dalla presenza di altri ovuli e spermatozoi nell’acqua. Le conchiglie rilasciano prima il loro sperma e poi le loro uova, evitando così l’autofecondazione.
(tratto da Wikipedia)