Relitto del Rimorchiatore Silvio

Relitto del rimorchiatore Silvio Secche di Vada intotheblue.it
Di questo relitto abbiamo poche informazioni. Il Silvio probabilmente affondò durante il traino di una chiatta carica di rame, a causa di una tempesta. Sembra che sia affondato sul fondo della chiatta danneggiando la poppa del rimorchiatore e affondando anch’esso. Si trova a una profondità di circa 61 metri, in ordine di navigazione, nella zona delle “Secche di Vada”, a poche miglia dalla costa tra Livorno e Cecina.

Galleria: Silvio
Il rapporto dell’uomo con il mare è sempre stato molto stretto perché il mare è stato fonte di vita con lo sfruttamento delle risorse ittiche per la sua alimentazione, per il commercio con altri popoli attraverso navi da trasporto, per la scoperta di nuove terre e la loro conquista e purtroppo anche con le guerre per risolvere conflitti tra popoli o nazioni. Questa intensa attività ha sempre avuto come conseguenza effetti negativi causati da eventi tragici e quindi dal naufragio di imbarcazioni e navi divenute relitti in fondo al mare.
I fattori determinanti che portarono all’affondamento delle navi sono molteplici; i principali possiamo riassumerli come segue:
(a) condizioni meteorologiche avverse che la nave non era in grado di affrontare;
b) collisioni con barriere coralline sommerse o altre navi che abbiano causato la rottura dello scafo e la nave abbia imbarcato acqua;
c) guasti e deterioramenti dovuti ad errata costruzione o invecchiamento che provochino il crollo della struttura dello scafo;
d) gli eventi bellici che sono sempre esistiti nella storia dell’umanità e sono sicuramente quelli che hanno causato il maggior numero di naufragi presenti in tutti i mari del mondo.
Le navi costruite prima dell’era del carbone e del petrolio erano costruite in legno e le navi affondate non hanno mai causato danni all’ambiente marino perché il legno in mare si deteriora rapidamente e, a parte oggetti in ceramica o leghe metalliche come il bronzo, non rimane nulla della nave. Se oggi possiamo ammirare i resti di navi antiche nei musei è perché sono rimasti sotto la sabbia o il fango dei fondali marini e questo ne ha determinato la conservazione.
Le navi dell’era moderna invece al momento dell’affondamento provocano un notevole inquinamento marino soprattutto per i combustibili fossili necessari alla loro navigazione di conseguenza si verifica un danno significativo all’ecosistema marino, soprattutto nelle barriere coralline, e solo negli ultimi anni l’uomo si è impegnato nel loro recupero e quando questo non è stato possibile almeno ad una bonifica, anche se sempre parziale, del relitto . Col tempo, flora e fauna marina si impossessano gradualmente del relitto e ne fanno il loro rifugio soprattutto dove il fondale è privo di zone rocciose; pertanto diventa utile perché funge da rifugio per molte specie ittiche e da barriera alla pesca a strascico che, come sappiamo, danneggia notevolmente i fondali. I relitti sono spesso anche motivo di attrazione per gli appassionati di immersioni subacquee di tutto il mondo. Queste immersioni possono però essere molto pericolose a causa di intrappolamenti o cedimenti di parti usurate. Inoltre, molti relitti si trovano ad alte profondità e pertanto sono necessarie attrezzature sofisticate e una rigorosa preparazione. Relitto del rimorchiatore Silvio
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