Il Trigone dalle macchie nere (Taeniura meyeni Muller&Henle, 1841) è una pastinaca della famiglia Dasyatidae distribuita nelle acque tropicali del Mar Rosso, dell’Oceano Indiano e dell’Oceano Pacifico. È piuttosto comune sui fondali sabbiosi dai 20 metri di profondità in poi.
Gli adulti possono raggiungere i 300 cm di lunghezza ed i 150 kg di peso. Il corpo, di tipica forma discoidale, è molto robusto; gli occhi, piccoli e sommitali, sono seguiti da evidenti spiracoli. Presso la base della coda sono presenti uno o più aculei veleniferi, aventi uno scopo esclusivamente difensivo. Il dorso è di colore grigio scuro, ornato da numerose chiazze nere (da qui il nome comune). Il ventre è bianco.
Si nutre di piccoli pesci bentonici, crostacei e molluschi che cattura frugando con forza nella sabbia.
È una specie ovovivipara.
(Tratto da Wikipedia)
La barriera corallina è una formazione tipica dei mari e oceani tropicali, composta da formazioni rocciose sottomarine biogeniche costituite e accresciute dalla sedimentazione degli scheletri calcarei dei coralli, animali polipodi facenti parte della classe antozoa, phylum Cnidaria. Questo tipo di ambiente è unico in quanto le barriere hanno creato delle isole e delle lagune in mari profondi, modificando sia il fondo sia le coste (ricoperte di sabbia finissima, frutto dell’erosione marina sui coralli e dell’azione di alcuni pesci che si cibano dei polipi). La barriera corallina fa parte di una piattaforma carbonica, e generalmente ne costituisce la fascia marginale verso mare. Verso terra è spesso (ma non necessariamente) separata dalla costa da lagune molto alte.
Nell’immaginario collettivo e non solo, le barriere coralline rappresentano un mondo sommerso variopinto e altamente ricco in biodiversità. Le caratteristiche uniche dell’habitat che si crea a ridosso dei reefs sono dovute alla presenza dei coralli stessi che offrono riparo e protezione a migliaia di specie di pesci, crostacei, molluschi ed echinodermi.
Sono oltre 4.000 le specie di pesci che abitano le barriere coralline. Le ragioni di questa diversità sono ancora oggetto di approfondimento degli scienziati. Le barriere coralline sane possono produrre fino a 35 tonnellate di pesce per chilometro quadrato ogni anno e quindi sono una importante risorsa, da non sfruttare in modo eccessivo come sta avvenendo, per l’alimentazione umana in particolare per quei popoli che le abitano; è chiaro barriere danneggiate ne producono molto meno.