Acropora Pulchra

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Table Coral Acropora pulchra

Acropora pulchra - table coral

Acropora pulchra, è una specie di corallo appartenente alla famiglia degli Acroporidi. Vive in acque poco profonde nelle barriere coralline dell’Oceano Indo-Pacifico occidentale.

Lo scheletro di pietra può assumere varie forme. È una specie ramificata, a volte simile a un albero e che forma boschetti e in altri luoghi che formano colonie aggrovigliate con superfici superiori livellate.  Spesso l’intera colonia si sviluppa orizzontalmente e non ha uno spessore superiore a 5 cm. L’abitudine di crescita dipende in gran parte da dove il corallo cresce in relazione ai livelli di marea. I polipi sporgono da piccole depressioni a forma di coppa chiamate coralliti.  Il colore di questo corallo varia dal blu alle varie sfumature di marrone, spesso con punte blu pallido ai rami.

Acropora pulchra - table coral

Acropora pulchra – table coral – intotheblue.it

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La barriera corallina è una formazione tipica dei mari e oceani tropicali, composta da formazioni rocciose sottomarine biogeniche costituite e accresciute dalla sedimentazione degli scheletri calcarei dei coralli, animali polipodi facenti parte della classe antozoa, phylum Cnidaria. Questo tipo di ambiente è unico in quanto le barriere hanno creato delle isole e delle lagune in mari profondi, modificando sia il fondo sia le coste (ricoperte di sabbia finissima, frutto dell’erosione marina sui coralli e dell’azione di alcuni pesci che si cibano dei polipi). La barriera corallina fa parte di una piattaforma carbonica, e generalmente ne costituisce la fascia marginale verso mare. Verso terra è spesso (ma non necessariamente) separata dalla costa da lagune molto alte.

Nell’immaginario collettivo e non solo, le barriere coralline rappresentano un mondo sommerso variopinto e altamente ricco in biodiversità. Le caratteristiche uniche dell’habitat che si crea a ridosso dei reefs sono dovute alla presenza dei coralli stessi che offrono riparo e protezione a migliaia di specie di pesci, crostacei, molluschi ed echinodermi.

Sono oltre 4.000 le specie di pesci che abitano le barriere coralline. Le ragioni di questa diversità sono ancora oggetto di approfondimento  degli scienziati. Le barriere coralline sane possono produrre fino a 35 tonnellate di pesce per chilometro quadrato ogni anno e quindi sono una importante risorsa, da non sfruttare in modo eccessivo come sta avvenendo, per l’alimentazione umana in particolare per quei popoli che le abitano; è chiaro barriere danneggiate ne producono molto meno.

La parte superiore delle barriere coralline, termine oggi riservato esclusivamente a quelle di maggiori dimensioni e poste lontano dalla costa (Grande Barriera australiana), fino a 5 m di profondità, è un ambiente ad alto o altissimo irraggiamento solare.

La luce è il “carburante” della barriera, in quanto viene catturata dai pigmenti fotosintetici delle zooxantelle; le alghe che vivono in strettissima simbiosi con i coralli stimolandone la crescita e favorendo la costruzione dei loro scheletri calcarei. A questa grande quantità di luce in natura si aggiunge un notevole idro dinamismo (movimento dell’acqua), percentuali bassissime di nutrienti in soluzione e una buona quantità di plancton.

Le barriere sono minacciate, direttamente o indirettamente, dall’attività umana. Pesca a strascico e ancore possono danneggiarle significativamente, mentre l’uso indiscriminato (fortunatamente bandito anni fa) del veleno per stordire i pesci e il commercio in acquariofilia ha causato in alcune zone una morìa a macchia di leopardo dei polipi che si trovavano nella zona.

È recente l’allarme degli scienziati riguardo alle barriere coralline presenti nell’Cceano Indiano: qui più di ogni altra parte si registra un aumento delle temperature specialmente nelle aree interessate dai cambiamenti climatici ha portato alla perdita del 90% dei coralli.

(tratto da Wikipedia)

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Stefano ha scritto / wrote 119 articoli / Posts.
Questo articolo è stato scritto il / This article was written on 26/10/2018
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