Relitto della British Loyalty

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La British Loyalty era una petroliera inglese di quasi 7.000 tonnellate costruita nel 1928. All’inizio della seconda guerra mondiale il “Ministero della Guerra” inglese decise di utilizzarla, nell’Oceano Indiano, come nave cisterna in appoggio alla navi da guerra della Marina militare; la nave era lunga 134 metri e larga 17 metri. La nave era stata silurata nel 1942 da un sommergibile giapponese ma i danni riportati furono riparati. Un secondo attacco lo ha subito nel 1944 da un sommergibile tedesco; tuttavia non è affondata anche se fu gravemente danneggiata. Naturalmente vi fu una grande fuoriuscita di carburante dalla nave creando un forte inquinamento nell’ambiente marino con la morte di pesci, cetacei, coralli ed altre forme di vita in una vasta area marina. relitto della british loyalty

Relitto della British Loyalty - The British Loyalty wreck - intotheblue.it

Relitto della British Loyalty – The British Loyalty wreck – intotheblue.it

I danni subiti erano notevoli e i vertici della Royal Navy decisero che la nave rimanesse nell’Atollo di Addu per il resto della guerra per essere utilizzata per lo stoccaggio di carburante. Al termine della guerra, nel 1946, la British Loyalty fu rimorchiata lontano dai canali di navigazione e affondata. La nave ha continuando ad inquinare la barriera corallina con la morte dei vari organismi presenti,  per un lungo periodo. Ancora oggi si vedono fuoriuscite, anche se in maniera ormai modesta, di residui petroliferi. La nave si trova a 33 metri di profondità ed è meta di escursioni subacquee da parte di turisti provenienti da tutto il mondo. Piano piano il mare ha ricoperto la nave di incrostazioni , di coralli duri e coralli molli ed i pesci sono tornati ad abitarla come se fosse una scogliera sommersa.

Relitto della British Loyalty - The British Loyalty wreck - intotheblue.it

Relitto della British Loyalty – The British Loyalty wreck – intotheblue.it

Come sappiamo le navi dell’epoca moderna al momento dell’affondamento causano un notevole inquinamento marino soprattutto per i combustibili fossili necessari alla loro navigazione di conseguenza si ha un notevole danno all’ecosistema marino, specialmente nelle barriere coralline, e solo negli ultimi anni l’uomo si è impegnato al loro recupero e quando questo non è stato possibile almeno ad una bonifica, anche se sempre parziale, del relitto.

Col passare del tempo la flora e la fauna marina pian piano si appropriano del relitto e ne fanno il loro rifugio specialmente dove il fondale non presenta aree rocciose; quindi diventa utile perché fa da rifugio per molte specie ittiche e da barriera per la pesca a strascico che come sappiamo danneggia notevolmente il fondale marino. I relitti spesso rappresentano anche un motivo di attrazione per gli appassionati delle immersioni subacquee in tutto il mondo. Tuttavia tali immersioni possono essere molto pericolose a causa di intrappolamenti o cedimenti di parti logorate inoltre molti relitti si trovano ad elevate profondità e quindi occorrono sofisticate attrezzature ed  una rigorosa preparazione.

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Carlo Terreni ha scritto / wrote 39 articoli / Posts.
Questo articolo è stato scritto il / This article was written on 20/01/2021
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