Pesce Farfalla di Meyer Scrawled Butterflyfish intotheblue.it
Il Pesce Farfalla di Meyer (Chaetodon meyeri) è una specie di pesce farfalla, della famiglia Chaetodontidae. Si trova nell’Oceano Indiano e nell’oceano Pacifico dall’Africa orientale alle isole della linea; a nord delle isole Ryukyu; a sud della Grande Barriera Corallina; tra cui la Micronesia e le isole Galapagos. Pesce Farfalla di Meyer Scrawled Butterflyfish
Cresce fino a una lunghezza massima di 20 cm, il suo corpo è biancastro o blu-bianco con bande nere oblique ricurve sui lati. Una barra nera con bordi gialli attraversa l’occhio, un’altra è sul muso.
Il pesce farfalla di Meyer si trova a una profondità compresa tra 2 e 25 m in aree ricche di coralli, nelle barriere coralline e nelle lagune. Si nutre esclusivamente di polipi di corallo.
La barriera corallina è una formazione tipica dei mari e oceani tropicali, composta da formazioni rocciose sottomarine biogeniche costituite e accresciute dalla sedimentazione degli scheletri calcarei dei coralli, animali polipodi facenti parte della classe antozoa, phylum Cnidaria. Questo tipo di ambiente è unico in quanto le barriere hanno creato delle isole e delle lagune in mari profondi, modificando sia il fondo sia le coste (ricoperte di sabbia finissima, frutto dell’erosione marina sui coralli e dell’azione di alcuni pesci che si cibano dei polipi). La barriera corallina fa parte di una piattaforma carbonica, e generalmente ne costituisce la fascia marginale verso mare. Verso terra è spesso (ma non necessariamente) separata dalla costa da lagune molto alte.
Nell’immaginario collettivo e non solo, le barriere coralline rappresentano un mondo sommerso variopinto e altamente ricco in biodiversità. Le caratteristiche uniche dell’habitat che si crea a ridosso dei reefs sono dovute alla presenza dei coralli stessi che offrono riparo e protezione a migliaia di specie di pesci, crostacei, molluschi ed echinodermi.
Sono oltre 4.000 le specie di pesci che abitano le barriere coralline. Le ragioni di questa diversità sono ancora oggetto di approfondimento degli scienziati. Le barriere coralline sane possono produrre fino a 35 tonnellate di pesce per chilometro quadrato ogni anno e quindi sono una importante risorsa, da non sfruttare in modo eccessivo come sta avvenendo, per l’alimentazione umana in particolare per quei popoli che le abitano; è chiaro barriere danneggiate ne producono molto meno.
Le barriere sono minacciate, direttamente o indirettamente, dall’attività umana. Pesca a strascico e ancore possono danneggiarle significativamente, mentre l’uso indiscriminato (fortunatamente bandito anni fa) del veleno per stordire i pesci e il commercio in acquariofilia ha causato in alcune zone una morìa a macchia di leopardo dei polipi che si trovavano nella zona.
È recente l’allarme degli scienziati riguardo alle barriere coralline presenti nell’Oceano Indiano: qui più di ogni altra parte si registra un aumento delle temperature specialmente nelle aree interessate dai cambiamenti climatici ha portato alla perdita del 90% dei coralli.
(tratto da Wikipedia)