Medusa

Aequorea forskalea

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Medusa maculata australiana - Phyllorhiza punctata

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Olindias phosphorica

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Polmone di Mare - Rhizostoma pulmo

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Velella velella

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La medusa è un animale planctonico, in prevalenza marino, appartenente al phylum degli Cnidari, che assieme agli Ctenofori formavano quelli che erano una volta i Celenteratimedusa animale planctonico Cnidari Celenterati jellyfish


Generalmente rappresenta uno stadio del ciclo vitale che si conclude dopo la riproduzione sessuata con la formazione di un polipo. Alcuni studi hanno verificato che la medusa Turritopsis nutricula è potenzialmente immortale perché è dimostrato che, col passare del tempo, è in grado di ringiovanire sempre di più fino a ricominciare un nuovo ciclo di vita. Questo processo di ringiovanimento sembra essere causato da forti fattori ambientali che partecipano ai mutamenti cellulari dell’organismo.

Le meduse di dimensioni maggiori si ritrovano tra gli Cnidari Scyphozoa, le cosiddette scifomeduse, tra le quali primeggia la Cyanea capillata, diffusa nei climi temperati ed artici, che può arrivare ai 2,5 m di diametro. Lo stadio polipoide è molto spesso ridotto e nella Stygiomedusa gigantea e Pelagia noctiluca, specie oloplanctoniche, risulta invece assente.

Nei Cubozoi la struttura a forma di “ombrello” è di forma cubica con simmetria tetraradiale. Le cubomeduse, meduse diffuse nei mari tropicali, sono di piccole dimensioni, con al massimo i 15 cm (3 metri in estensione) delle Chironex fleckeri; tuttavia sono molto pericolose e talvolta mortali anche per l’uomo, che le ha così soprannominate “vespe di mare”.

Lo stadio delle meduse si trova invece assente negli Cnidari della classe Anthozoa e in alcune specie di Idrozoi, come per esempio l’Hydra, tra cui in molti altri casi prevale la forma polipoide coloniale, e l’idromedusa è di dimensione e vita ridotta.

Anatomia e fisiologia

La forma generica di una medusa è quella di un polipo rovesciato. Può essere immaginata come un sacco leggermente appiattito, dove si riconoscono una zona superiore convessa, l’esombrella, ed una regione inferiore concava, detta subombrella, al cui centro è posta la bocca che si collega alla cavità gastrovascolare mediante una struttura tubulare chiamata manubrium (manubrio). Dal margine subombrellare si propagano dei tentacoli urticanti a scopo di difesa e di predazione.

Le meduse hanno il corpo composto principalmente da acqua (circa il 98%).

Capacità urticanti
I tentacoli ospitano gli cnidociti, delle particolari cellule che funzionano una volta sola per cui devono essere rigenerate. Hanno funzioni difensive, ma soprattutto offensive per paralizzare la preda. Esse si attivano quando vengono toccate grazie a un meccanorecettore detto cnidociglio ed estroflettono dei filamenti urticanti detti cnidae. Le cnidae possono essere di diverso tipo, nematocisti o spirocisti, e sono collegate ad appositi organuli, chiamati cnidoblasti, che contengono un liquido urticante. In genere le cnidae inoculano una sostanza che uccide la preda per shock anafilattico. Il liquido urticante ha azione neurotossica o emolliente, la cui natura può variare a seconda della specie, ma di solito è costituita da una miscela di tre proteine a effetto sinergico. Dai suoi studi, il Premio Nobel Charles Robert Richet individuò le tre proteine e le classificò come: ipnotossina, talassina e congestina. L’ipnotossina ha effetto anestetico, quindi paralizzante; la talassina ha un comportamento allergenico che causa una risposta infiammatoria; la congestina paralizza l’apparato circolatorio e respiratorio.

Ropalio
Alcune classi di meduse, fra le quali le scifomeduse e i cubozoi, dispongono di ropali, un organo sensoriale dotato di occhi e da una statociste.

La statociste è una vescicola contenente un corpo minerale detto statolite (o statolito), vescicola che dà alla medusa il senso dell’orientamento spaziale

I ropali sono nettamente più evoluti nelle meduse Cubozoa dove includono fino a sei occhi, una neuropupilla sensibile alla luce e una statociste. La struttura degli occhi può anche essere complessa, con lenti simili al cristallino. Fra tutti i cnidari, i cubozoi sono gli unici capaci di nuotare attivamente per cacciare ed evitare ostacoli proprio grazie all’elaborato sistema visivo dei loro ropali.

Nei ropali anatomicamente più semplici, gli occhi sono sostituiti da una macchia oculare che permette all’animale di regolare la sua profondità secondo l’intensità della luce.

Riproduzione
La riproduzione delle meduse è di tipo sessuale, cioè avviene per tramite di gameti che generalmente vengono emessi nell’ambiente esterno, dove avviene la fecondazione. Negli Scifozoi si possono distinguere due fasi: 

  • la fase sessuale, la femmina depone le uova nel mare; il maschio libera gli spermatozoi che le fecondano; dallo zigote nasce la planula, una larva che scende e si fissa sul fondale dove poi successivamente assume la forma di un polipo e prende il nome di scifostoma (simile ad una attinia); 
  • la fase asessuale lo scifostoma si divide in seguito in efire, giovani meduse che diventeranno adulte.

Predatori naturali delle meduse sono soprattutto i cetacei, i pesci palla e le tartarughe marine, che ormai scarseggiano nel Mediterraneo. Alcuni pesci, come i “sugarelli” nei nostri mari, sono immuni al veleno e usano le meduse come nascondiglio dai possibili pericoli, utilizzandone addirittura la cavità digerente per depositare le uova da cui nasceranno i piccoli.

Aequorea forskalea

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(Wikipedia)

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