Questa specie aliena ha colonizzato il Mediterraneo da almeno una cinquantina d’anni ma si è diffuso invadendo le coste negli ultimi anni forse proprio a causa del riscaldamento ormai inevitabile delle acque del Mar Mediterraneo.
Il Granchio reale blu o granchio azzurro (Callinectes sapidus Rathbun, 1896) è un crostaceo decapode della famiglia dei Portunidi. Specie autoctona delle coste atlantiche del continente americano, negli ultimi anni si sta diffondendo anche nel continente europeo.
Distribuzione
La specie è originaria della sponda occidentale dell’oceano Atlantico, dove vive lungo le coste dell’intero continente americano, dalla Nuova Scozia all’Argentina, spingendosi anche lungo i corsi dei fiumi, poiché è in grado di tollerare salinità inferiori al tre per mille. Tramite l’acqua incamerata per zavorrare le navi, la specie è stata accidentalmente introdotta in numerose altre parti del mondo (Mare del Nord, Mar Baltico, Mar Nero, Mediterraneo, Mar Giallo).
Descrizione
La specie misura fino a 15 cm di lunghezza e 23 cm di larghezza: presenta corpo più largo che lungo, di forma ellittica, con due spuntoni ai due lati del corpo e margine anteriore seghettato. Le zampe sono piuttosto allungate, col primo paio tramutato in chele, più grandi nei maschi rispetto alle femmine: il colore del corpo è verde oliva superiormente, mentre il ventre è bianco-azzurrino e le zampe presentano l’attaccatura e la parte terminale di un colore blu intenso.
Durante il periodo della muta, sull’ultimo paio di zampe, appiattite ed adattate al nuoto, appaiono delle macchioline rosa, che acquistano via via colore divenendo sempre più rosse man mano che la muta si avvicina.
Biologia
Si tratta di animali onnivori e piuttosto aggressivi: si nutrono di tutto ciò che riescono a catturare: bivalvi, anellidi, avannotti, carogne e piante.
Espansione dell’areale nel Mediterraneo
Nel luglio 2008 è stata segnalata in Italia, in Basilicata, alla foce dei fiumi lungo la costa jonica, sulla costa adriatica dell’Abruzzo e della Puglia, e nell’alto Adriatico da Goro ai lidi ferraresi.
Nell’agosto del 2019 sono stati pescati alcuni esemplari lungo la costa del Cilento, in località Ascea Marina di Velia (SA), e in località Sottomarina di Chioggia (VE), sono stati avvistati anche a Roca Vecchia Marina di Melendugno (LE), Lesina e Peschici (FG). La specie si sta rapidamente diffondendo nelle Valli di Comacchio e nel ravennate, dove le acque calme e poco profonde si sono rivelate un habitat ideale per riproduzione e crescita. Nel settembre 2019, sulla spiaggia di Marina di Pisciotta (SA) sono stati avvistati altri esemplari. Dal novembre 2019 gli esemplari pescati in questa zona sono aumentati in maniera sensibile.
Nel 2020 sono stati avvistati anche nei pressi del golfo di Manfredonia, a Vieste. A Vasto e San Salvo in Abruzzo, nei mari della Sardegna, prevalentemente nelle lagune della provincia di Oristano (Marceddì), sono stati pescati alcuni esemplari. Dal 2020 è presente anche a Marsala all’interno della riserva della laguna dello Stagnone in cui è particolarmente prolifico. Tra novembre 2021 e febbraio 2022 altri esemplari sono stati catturati da pescatori locali nel Golfo della Spezia precisamente nella costa Lericina di fronte a San Terenzo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Callinectes_sapidus
Nell’agosto 2022 è stata segnalata sulle coste del Lazio. Nel 2023 ormai lo possiamo dire con certezza ha colonizzato le coste della Toscana in provincia di Livorno.
Vive fino a 35 metri di profondità, in acque con una salinità molto variabile, dai 2 e ai 48 g‰, resiste senza difficoltà tra i 3 e i 35 gradi, per questo è compatibile con tutti gli ambienti, coste, lagune, estuari. Si sta diffondendo quindi molto velocemente essendo una specie altamente competitiva che può comportare danni agli ecosistemi, in particolare, può divenire competitore per gli invertebrati con cui condivide l’habitat grazie alla forte aggressività e alla sua grande capacità natatoria.
Inoltre, presenta una elevata fecondità e un lungo periodo riproduttivo; questo fa sì che il granchio blu, in presenza di condizioni ambientali per lui ottimali, riesca ad avere un enorme successo riproduttivo con un elevato numero di esemplari che ci portano ad eventi come l’ultimo registrato presso la Laguna di Orbetello.
Tra gli effetti negativi è da evidenziare anche l’impatto sulle specie algali di cui può nutrirsi e anche sulla pesca e le attività produttive in genere. Soprattutto per quanto riguarda la pesca si assiste a danni agli attrezzi, come reti e nasse, e anche al catturato rimasto negli attrezzi stessi. Per gli allevamenti invece la loro voracità porta a una riduzione della disponibilità delle “materie prime” necessarie allo sviluppo delle specie ittiche e a una riduzione del novellame.
https://www.arpat.toscana.it/notizie/2023/granchio-blu/il-granchio-blu-danno-o-risorsa
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