Le reti afferrate agli scogli, e quindi ormai perse, sono uno dei danni ambientali più frequenti nei nostri mari. Non solo perchè continuano ad uccidere specie marine di pesci, molluschi, crostacei, coralli, tartarughe e delfini, ma perchè per la maggiore sono fatte di fibre plastiche come nylon, polietilene ecc. Tramaglio perso Lost fishing net Intotheblue.it
Nel video vediamo un tramaglio afferrato ormai da molto tempo, in un fondale di circa 20 metri di profondità ed a non più di un centinaio di metri dalla costa, e le immagini dimostrano l’impatto ambientale senza troppi giri di parole. Ho seguito la rete per circa 60 metri, e nonostante apparentemente la natura sembra riappropriarsi del proprio spazio, in realtà in questo tipo di fondale molto vicino alla costa, una volta prosperavano gorgonie gialle e aragoste.
Circa il 7% delle reti da pesca sia che siano, tramagli, reti da posta, da circuizione, derivanti o a strascico, viene perso in mare; il 9% delle trappole e il 29% di tutte le lenze, viene perso in mare o gettato via intenzionalmente.
https://notiziescientifiche.it/il-7-delle-reti-da-pesca-viene-perso-in-mare-secondo-studio/
Non è quindi solo un problema di microplastiche che prima o poi entreranno nella catena alimentare, ma il danno più grave è che queste reti rimangono afferrate a scogliere sommerse dove esiste un ecosistema fragilissimo dove vivono coralli come le gorgonie, il corallo rosso, la Savalia savaglia un corallo che vive addirittura per mille anni.