Posidonia Oceanica Oceanic aquatic plant endemic Mediterranean Sea intotheblue.it
Posidonia oceanica (L.) Delile, 1813 è una pianta acquatica, endemica del Mar Mediterraneo, appartenente alla famiglia delle Posidoniacee (Angiosperme Monocotiledoni).
Ha caratteristiche simili alle piante terrestri, ha radici, un fusto rizomatoso e foglie nastriformi lunghe fino ad un metro e unite in ciuffi di 6-7. Fiorisce in autunno e in primavera produce frutti galleggianti volgarmente chiamati “olive di mare”.
Forma delle praterie sottomarine che hanno una notevole importanza ecologica, costituendo la comunità climax del mar Mediterraneo ed esercitando una notevole azione nella protezione della linea di costa dall’erosione. Al suo interno vivono molti organismi animali e vegetali che nella prateria trovano nutrimento e protezione.
Il posidonieto è considerato un buon bioindicatore della qualità delle acque marine costiere.
Questa specie si trova solo nel Mar Mediterraneo: occupa un’area intorno al 3% dell’intero bacino (corrispondente ad una superficie di circa 38.000 km2), rappresentando una specie chiave dell’ecosistema marino costiero.
Un segnale inequivocabile dell’esistenza di una prateria di posidonia è la presenza di masse di foglie in decomposizione sulla spiaggia antistante. Per quanto possano essere fastidiose hanno una notevole rilevanza nella protezione delle spiagge dall’erosione marina. Secondo la legislazione italiana le foglie di posidonia spiaggiate sono da considerare rifiuti solidi e devono quindi essere smaltite.
L’accrescimento verticale dei rizomi porta alla formazione di una struttura chiamata matta, costituita da un intreccio di rizomi morti e radici tra i quali resta intrappolato il sedimento. Solo la parte sommitale di queste strutture è formata da piante vive. La formazione delle matta dipende in massima parte dai ritmi di sedimentazione. Un’alta velocità di sedimentazione può portare ad un eccessivo insabbiamento dei rizomi e quindi al loro soffocamento; al contrario, una sedimentazione troppo lenta può portare allo scalzamento dei rizomi ed alla regressione della prateria. Poiché la velocità di decomposizione dei rizomi è molto lenta essi possono rimanere all’interno della matta anche per millenni. L’ accrescimento della matta è stato stimato da molti studiosi in circa 1 m al secolo.
Quando la pianta di Posidonia muore, per cause dovute all’inquinamento, al cambiamento climatico o a ragioni che non conosciamo, lascia solo i rizomi. Il moto ondoso allora scalza parte del substrato e questo fenomeno contribuisce all’erosione delle spiagge. La prateria di Posidonia infatti costituisce una naturale barriera all’erosione costiera. Posidonia Oceanica intotheblue.it
Capita sempre più spesso di trovare sul litorale degli agglomerati sferici, simili a palline da tennis, di colore marrone chiaro di consistenza feltrosa. Si tratta degli Egagropili frutto dello sfilacciamento dei residui fogliari fibrosi che circondano il rizoma della pianta (Posidonia Oceanica) e della loro aggregazione ad opera della risacca marina. Sono noti anche con altri nomi come ad esempio palle di mare, palle di Nettuno, patate di mare, polpette di mare ecc. I residui fogliari ed i rizomi di Posidonia si intrecciano tra loro sino a formare questi agglomerati che se presenti in modo eccessivo, insieme alle foglie morte della pianta, ci indicano un cattivo stato di salute del mare.