Durante una immersione subacquea in una bellissima scogliera coralligena mediterranea di Savalia savaglia e Paramuricea clavata, ad una profondità compresa tra i 72 ed i 76 metri, ho incontrato per la prima volta questo organismo marino sconosciuto. La curiosità mi ha spinto ad effettuare una serie di ricerche per capire con precisione a cosa mi trovavo difronte. Dalle ricerche non è emersa una risposta soddisfacente. Le domande che mi sono posto sono state molte.
In base alla mia esperienza di molti anni di immersioni subacquee potrebbe trattarsi di un animale appartenente al phylum Porifera. I Poriferi o spugne sono animali sessili, cioè vivono attaccati sulle rocce dei fondali marini o sugli scogli. Essi formano il gruppo degli animali più primitivi e presentano una scarsa specializzazione cellulare. Il loro corpo, dalle forme più varie, è formato da tre strati: lo strato esterno funge da rivestimento ed è costituito da cellule appiattite dette pinacociti, quello intermedio contiene delle strutture di sostegno, dette spicole e infine quello interno delimita una cavità ed è formato da cellule dette coanociti.
Il phylum Porifera è composto quasi esclusivamente da specie acquatiche filtratrici, bentoniche e sessili (vivono ancorate al substrato), in prevalenza marine, diffuse in tutti i fondali, dai tropici ai poli, fino a profondità abissali. Le spugne d’acqua dolce, rappresentate dalla famiglia Spongillidae (Demospongie), abitano i fiumi ed i laghi di tutti i continenti (escluso l’Antartide), colonizzano ambienti che vanno dalle zone di marea alle profondità superiori a 8000 m. e sappiamo che ce ne sono tra 5.000 e 10.000 specie.
Sono filtratori e si nutrono di piccoli organismi e particelle organiche che fluttuano sospese nell’acqua. Il sistema di filtraggio è possibile grazie all’azione dei coanociti, cellule flagellate che, muovendosi ripetutamente, creano una corrente di risucchio che permette all’acqua di attraversare i pori, entrare nelle cavità della spugna e, in seguito, fuoriuscire dall’osculo. I Poriferi possono avere vita solitaria o costituire dense colonie che, come accade con le madrepore, diventano importanti habitat per comunità animali e vegetali.